Attacchi di Panico: Che Cosa Sono? Come si Curano? - Attacchi di Panico

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Attacchi di Panico: Che Cosa Sono? Come si Curano?

Attacchi di Panico

Attacchi di Panico: Che Cosa Sono? Come si Curano?

a cura de l Dr Gaspare Costa

Che cosa sono gli attacchi di panico?

Gli attacchi di panico sono episodi di ansia acuta la cui intensità fa temere alla persona che li sperimenta una catastrofe imminente che si può materializzare nella paura di avere un infarto, svenire, perdere il controllo, avere un ictus o morire. L’attacco di panico è un esperienza breve ma  talmente angosciante  al punto che, a volte, può  sfociare in un vero e proprio stato di terrore capace di cambiare drasticamente  il modo di pensare e vivere  dell’individuo che lo subisce.

Quando si sperimentano più episodi e l’individuo manifesta ansia anticipatoria (paura della paura) che lo portano a prendere provvedimenti  mettendo in atto strategie protettive e di evitamento si parla di Disturbo di Panico con o senza Agorafobia.

Gli attacchi di panico possono presentati in maniera inaspettata  o essere legati a situazioni o occasioni particolari come ad esempio i luoghi chiusi, i mezzi pubblici, i luoghi affollati o isolati o, al contrario, l’essere da soli in casa; in ogni caso, qualsiasi sia la modalità con cui essi si presentano  si tratta sempre di un esclation dell’ansia che, nel giro di circa 10 minuti,  raggiunge un intensità talmente elevata  tanto da  far temere  all’individuo la morte, l’infarto, lo svenimento, la perdita di controllo o addirittura la morte.


Durante un attacco di panico si possono manifestare i seguenti sintomi:

Manifestazioni Somatiche:
• Sensazione di caldo o di freddo,
• Dolore precordiale, oppressione toracica, sensazione di soffocare
• Sensazioni vertiginose, nausea, crampi e dolori addominali, parestesie
• Cefalea, tachicardia, sudorazione, polipnea, inspirazioni forzate,
• Aumento PA  sistolica, tremori, ipertermia, pollachiuria, diarrea

Manifestazioni Psicosensoriali:
• Derealizzazione/depersonalizzazione
• Variazioni dell' intensità luminosa
• Variazioni dell' intensità uditiva


Manifestazioni Soggettive:
• Sensazione di annientamento
• Sensazione di catastrofe imminente
• Paura di morire, paura di perdere il controllo

Manifestazioni Comportamentali:
• Mantenimento dell’autocontrollo
• Interruzione delle attività svolte
• Fuga dal luogo o dalla situazione

L’esperienza dell’attacco di panico   presto si associa alla consapevolezza che la vita non sarà più quella di prima, la persona ritaglia e ridimensiona la propria vita nel tentativo di arginare il rischio che esso possa ripresentarsi; le rinunce, gli evitamenti, i comportamenti protettivi sono tutte strategie finalizzate a ridurre il rischio ma  in realtà, nel  medio e lungo  periodo, sono queste stesse strategie che  fanno si che gli attacchi di panico si cronicizzano relegando l’individuo in una vera e propria prigione esistenziale dominata dalla paura della paura.  

Al fine di prevenire gli attacchi di panico, considerata appunto come un esperienza terrorizzante e pericolosa, l’individuo rinuncia alle proprie ambizioni, a viaggiare, a coltivare hobby,  a frequentare luoghi,  rendendo la propria vita più povera e insoddisfatta tanto che spesso il Disturbo di Panico si associa a demoralizzazione o a veri e propri quadri depressivi di gravità variabile.  Un altro costo che l’individuo paga agli attacchi di panico è il cosiddetto  “problema secondario” ovvero la valutazione in termini critici di avere un problema che nel panicoso può tradursi  nella credenza  di essere difettato  perché non è in grado di fare le cose che fanno gli altri ( che ne sarà della mia vita? Non posso continuare cosi etc.)  che, a cascata, generano altri vissuti negativi come l’auto-disprezzo e la rabbia verso se stessi che contribuiscono ad alimentare il problema.

Quali sono le cause degli attacchi di panico?

Le cause principali  degli attacchi di panico possono essere sintetizzate in fattori  temperamentali, stress  psicologico e/o fisico ed infine le caratteristiche di personalità e l’uso di sostanze.  Per comprendere da che cosa dipendono  occorre prima  sottolineare  che per il modello cognitivo comportamentale l’attacco di panico è il risultato di una interpretazione catastrofica di sensazioni somatiche innocue e transitori  dovute all’ansia o ad altri  fattori  come,  ad esempio,  il ciclo mestruale, l’assunzione di cannabis o altre sostanze, la visione di un film horror. Questi fattori, apparentemente diversi,  hanno in comune la capacità di produrre sensazioni che il panicoso interpreta come precursori di minacce terribili come lo svenimento, la morte, l’infarto, la perdita di controllo  che di fatto, come descritto in un precedente articolo, alimentano a cascata le reazioni fisiologiche responsabili dell’attacco di panico.

Anxiety Sensitivity e Attacchi di Panico

Considerando che l' interpretazioni delle sensazioni somatiche in chiave catastrofica hanno un ruolo chiave nell'esordio e nel mantenimento degli attacchi di panico è doveroso chiedersi se i tratti temperamentali di ognuno di noi influenzano questa caratterisica. La risposta al quesito è affermativa ed  e anzi possibile misurare con un semplice test  l' Anxiety Sensitivity, ovvero la tendenza che le persone hanno  ad allarmarsi rispetto alla percezione di sensazioni somatiche innocue e transitorie dovute all'ansia.

Le persone che soffrono di attacchi di panico o di altri disturbi correlati all'ansia registrano dei valori molto alti nel test che misura questo costrutto mentre, le persone che non presentano questi disturbi, tendono ad avere valori bassi; la tendenza ad allarmarsi rispetto a sensazioni somatiche innocue può essere rafforzata  da un atteggiamento familiare eccessivamente apprensivo ed allarmistico rispetto a segni e sensazioni percepite dal bambino ( es. sudare e pericoloso).

Avere valori alti nell' Anxiety Sensitivity non vuol dire necessariamente che l'individuo soffrirà di attacchi di panico ma indica semplicemente una vulnerabilità che predispone, insieme ad altre cause, agli attacchi di panico. In ogni modo, il costrutto aiuta a comprendere la relazione tra attacchi di panico e le varie situazioni che aumentano la disponibilità di sensazioni somatiche ( ciclo mestruale, assunzione di cannabis, stanchezza, privazione di sonno, caffe,  ansia, visione di film horror etc.).

Lo stress psicologico e fisico

Lo stress e da sempre considerato uno dei fattori che contribuiscono ad innescare gli attacchi di panico,  per comprendere il suo ruolo ed il meccanismo d'azione dobbiamo fare alcune considerazioni:

Lo stress fisico. Questo tipo di stress è rappresentato da tutte quelle condizioni fisiche debilitanti come possono essere le malattie, acute o croniche, o stati transitori quali la gravidanza, il ciclo mestruale, l'affaticamento, la privazione di sonno, il caldo o il freddo eccessivo etc.; spesso, l'esordio di un attacco di panico è preceduto da condizioni del genere che, associandosi ad altri fattori, contribuiscono a scompensare l'individuo.

Lo stress psicologico.  Questo tipo di stress è rappresentato da eventi o situazioni che comportano una "transizione di ruolo" e di conseguenza un aumento dell'ansia in circolo. Lo stress psicologico può essere causato da eventi funesti come lutti, licenziamenti, separazioni, divorzi, tradimenti o, al contrario, eventi positivi come la gravidanza, la maternità, il matrimonio, una promozione, il trasferimento in un altra citta.  La correlazione tra stress e attacchi di panico  è appunto determinata, nelle persone che hanno già una vulnerabilità storica per i disturbi d'ansia, dalla transizione di ruolo che determina una maggior disponibilità di ansia in circolo che, a sua volta, aumenta la disponibilità di sensazioni somatiche che posso essere interpretate come segnali di pericolo dando il via al circolo vizioso dell'attacco di panico.

Per fare un esempio,   l'esordio di un attacco di panico in gravidanza in una persona "compensata" ma con una vulnerabilità per gli attacchi di panico  potrebbe seguire questa dinamica: " sarò in grado di essere una buona mamma? riuscirò a prendermi cura del piccolo anche da sola?... questi dubbi, ovviamente, aumentano l'ansia in circolo e quindi una maggior disponibilità di contenuti minacciosi e sensazioni somatiche,  per tanto una qualunque sensazione come, ad esempio, il fiato corto o la tachicardia  potrebbe essere interpretata come una crisi respiratoria o un infarto che alimentano nella mamma la credenza di non essere all'altezza; spesso gli attacchi di panico nel post-partum hanno questo tipo di innesco.

Attacchi di panico e uso di sostanze
Considerando il ruolo centrale  dell'interpretazione catastrofica delle sensazione somatiche, risulta comprensibile come l'uso di sostanze, lecite ed illecite,  possano essere la causa dell'esordio degli attacchi di panico.  Il primo attacco di panico  può sopraggiunge in seguito al consumo di hashish o cannabis  che, nei soggetti predisposti,  possono produrre sensazioni spaventose ( stati dissociativi, timore di perdere il controllo o di morire, timore di avere un infarto etc.), se non veri e propri stati di terrore, in grado di stravolgere la vita dell'individuo. Tra le sostanze lecite troviamo l'abuso di caffè, thè, redbull, alcol mentre, tra le sostanze illecite,  la cocacina ed altre droghe.


Come si curano gli attacchi di Panico?

L'individuo a cui è stato diagnosticato un disturbo di panico ha la necessita di trovare soluzioni e rimedi che possono alleviare la sofferenza e, in una prospettiva di realistico ottimismo, trovare una cura che possa eliminare definitivamente gli attacchi di panico. La letteratura scientifica "Evidence Based", ovvero basata su prove scientifiche, definisce la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale come il trattamento di elezione, anche più efficace della terapia farmacologica, per la cura degli attacchi di panico.

La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale classica, già di per se efficace, è stata recentemente integrata con modelli di cura di Terza Generazione  come l'Acceptance end Commitment Therapy ( ACT) e la Mindfulness che hanno ulteriormente accresciuto la probabilità di guarire definitivamente  dagli attacchi di panico.

La soluzione di integrare strategie classiche come la psicoeducazione, l'esposizione enterocettiva, la ristrutturazione cognitiva, l'esposizione in vivo  con strategie di nuova generazione come  favorire l'atteggiamento accentante e non giudicante nei confronti dei contenuti mentali ( pensieri, sensazioni, emozioni, immagini etc.) di derivazione ACT o gli esercizi meditativi derivanti dall'approccio mindfulness che hanno scopo di "aumentare la consapevolezza nel qui ed ora" che aiutano a decentrarsi dalla mente minacciosa, rappresenta un ulteriore traguardo nella cura degli attacchi di panico.

In sostanza, l'integrazione di questi nuovi approcci ai disturbi d'ansia favorisce una visione più funzionale dei contenuti mentali e, sopratutto, "ridimensiona" i pensieri minacciosi associati agli attacchi di panico riportandoli alla loro vera natura  di "prodotti" della mente innocui e transitori. In altre parole, l'integrazione di queste nuove cure alla CBT classica aiuta e facilita la demolizione di quei contenuti minacciosi (ansia anticipatoria, scenari catastrofici, paura della paura etc.) che il panicoso legge come profezie favorendo, in questo modo, una visione più realistica e positiva dei contenuti mentali in termini di semplice "rumore mentale". In conclusione,  queste nuove cure rappresentano  rimedi e soluzioni efficaci che aumentano ulteriormente la possibilità di liberarsi definitivamente dagli attacchi di panico.

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Dr Gaspare Costa

 
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