Il trattamento del DOC in età evolutiva
La terapia cognitivo comportamentale da sola o combinata (CBT + SSRI) è considerata il trattamento d’elezione nella cura del disturbo ossessivo compulsivo nei bambini ed è classificata come "probabilmente efficace" (Barrett et al., 2008). Barrett e colleghi (2004) hanno messo a punto il primo studio randomizzato e controllato per bambini e adolescenti affetti da disturbo ossessivo compulsivo adattando il protocollo di trattamento di Marsh e Mulle (1998). Il trattamento in questione includeva un modulo aggiuntivo per i genitori e i fratelli dei pazienti.
Settantasette bambini (dai 7 ai 17 anni) e le loro famiglie sono stati assegnati casualmente al gruppo sperimentale o al gruppo di controllo; per valutare i i risultati è stato utilizzato il Children’s Yale-Brown Obsessive Compulsive Scale (CY-BOCS). Il trattamento individuale ha determinato una riduzione dei sintomi ossessivi in media del 65% mentre la riduzione nella terapia di gruppo è stata del 61% (Barrett et al., 2004). Barrett et al. (2005). Il follow-up a 18 mesi ha evidenziato che il 70% dei bambini ossessivi curati con terapia individuale e l'84% dei pazienti trattati con terapia di gruppo sono stati classificati non diagnosticabili in base all’ Anxiety Disorders InterviewSchedule for Children (ADIS; Silverman & Albano, 1996).
Un altro studio interessante sul esito del trattamento nel DOC in età evolutiva è Il Pediatric OCD Treatment Study (POTS; 2004). Questo studio randomizzato, adattato al protocollo sviluppato da POTS; 2004) ha interessato 112 bambini (dai 7 ai 17 anni) che sono stati assegnati casualmente a terapia singola, SSRI, combinata (CBT + SSRI), o placebo. Novantasette di 112 (87%) partecipanti hanno portato a termine le 12 settimane di trattamento.
L’analisi indicano differenze significative tra di i gruppi di trattamento. I tassi di risposta (sulla base dei punteggi del CY-BOCS ) sono stati del 53% per la condizione combinata, il 39% per la CBT, il 21% per i farmaci, e il 3% per il placebo. Lo studio non prevedeva il follow-up. In base all’esito, gli autori hanno concluso il che la CBT da sola o in combinazione con SSRI dovrebbe essere il trattamento d’elezione per la cura di bambini e adolescenti affetti da disturbo ossessivo compulsivo (POTS, 2004).
I limiti del trattamento del DOC in età evolutiva
I dati dimostrano l’efficacia della terapia cognitivo comportamentale nella cura del disturbo ossessivo compulsivo nei bambini e negli adolescenti, allo stesso tempo va anche sottolineata la presenza di limiti che possono ostacolarne l’applicazione ad un numero più esteso di soggetti che necessitano di trattamento. I limiti e le difficoltà più consistenti riguardano, indubbiamente, l’implementazione e gli effetti dell' Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP) sui soggetti in età evolutiva; a differenza degli studi su campioni di adulti, dove si dimostra che il tasso di abbandono si attesta intorno al 22% (Foa et al., 2005), non vi sono dati certi che analizzano i tassi di abbandono del trattamento in età evolutiva anche se alcuni autori (Freeman et al, 2009) evidenziano come molti bambini abbandonano il trattamento, oppure non ottengono risultati soddisfacenti.
Un aspetto rilevante e specifico che riguardala cura del DOC nei bambini e negli adolescenti e ne condiziona l’esito è costituito dall’influenza della famiglia che può ostacolare l’ERP perché ritenuta di difficile applicazione. Un altro ostacolo non trascurabile può essere rappresentato dalla scarsa compilance degli adolescenti che possono rispondere con atteggiamenti provocatori e di sfida alle indicazioni del terapeuta o dei familiari (Treadwell & Tolin, 2007). Treadwell e Tolin (2007) ritengono che anche la presenza di comorbidità, molto rilevante nel DOC, e la scarsa motivazione possono rappresentare ostacoli all’implementazione dell’ERP nell'età evolutiva.
L’implementazione dell’ERP, oltre a problematiche specifiche, risulta di difficile attuazione anche a causa di problemi “tecnici” come la difficoltà a ricreare in studio gli stimoli ansiogeni in grado di evocare l’ansia, la difficoltà a seguire le istruzioni fuori dalla seduta, problemi economici (Olatunji,Deacon, e Abramowitz, 2009).
In sostanza, L’ERP, pur risultando molto efficace presenta dei limiti, soprattutto riferiti ai tassi di abbandono che, in alcuni casi, hanno alterato i risultati stessi degli studi poiché l’analisi includeva solo chi ha completato la cura, trascurando i dati relativi ai potenziali partecipanti che non sono stati ammessi o, addirittura, i tassi di abbandono. Questa breve analisi evidenzia la necessita di sperimentare trattamenti che, da soli o integrati alla tradizionale terapia cognitivo comportamentale, possono migliorare ulteriormente l’efficacia del trattamento del disturbo ossessivo compulsivo nei bambini e negli adolescenti. Considerando le difficoltà nell’implementazione dell’ERP, appare necessario sviluppare nuovi protocolli terapeutici in grado di ridurre i sintomi ossessivi in maniera più accettabile per i soggetti in età evolutiva.
L’ipotesi dell’approccio ACT al DOC in età evolutiva
L’approccio ACT al disturbo ossessivo compulsivo nei bambini potrebbe rivelarsi utile, poiché alcuni principi sembrano compensare bene i limiti evidenziati dall’implementazione dell’ERP, soprattutto in relazione all’accettabilità della terapia stessa. Le ricerche sulle applicazioni del protocollo ACT con adulti DOC ( per la verità ancora poche) hanno dimostrato che questa forma di terapia, oltre ad essere efficace, e anche ben accettata dai pazienti con tassi di abbandono inferiori a quelli della CBT tradizionale.
Teoricamente, il trattamento ACT per il DOC nei bambini potrebbe rivelarsi efficace poiché la ricerca suggerisce che i bambini durante l’ERP evitano le emozioni negative ed inoltre, nel DOC grave, sono “fusi” con le proprie ossessioni (Coyne & Burke, 2007). L’adolescente con problematiche DOC potrebbe trarre grossi benefici sia dall’utilizzo delle metafore che dalla chiarificazione dei valori tipiche dell'approccio ACT; l’utilizzo delle metafore, essendo non direttive, potrebbero spiazzare l’atteggiamento provocatorio dell’adolescente mentre la chiarificazione dei valori ben si sposa con la fase adolescenziale dove la ricerca dei valori individuali è messa in primo piano (Greco,Blackledge, Coyne, e Ehrenreich, 2005).
Bisogna inoltre considerare che l’adolescenza coincide con lo sviluppo del pensiero formale e quindi con una maggiore capacità di apprendimento e di astrazione che possono permettere all’adolescente di comprendere i processi di evitamento esperenziale che sottostanno al disturbo ossessivo compulsivo. A questo scopo, possono essere adattate le metafore e gli esercizi di Hayes et al. (1999) come quella della “torta al cioccolato” o della “guerra”. L’ esercizio della torta al cioccolato , in cui i pazienti sono invitati a non pensare ad una torta al cioccolato, può essere utilizzato per evidenziare l’inutilità dell’evitamento esperienziale mentre la metafora della guerra promuove l’accettazione delle esperienze interne avversive incoraggiando il paziente a “lasciare andare la corda” della lotta contro le emozioni ed iniziare a vivere.