Allo stesso modo le ossessioni di poter nuocere possono intensificarsi quando il bambino si trova in uno stato di bisogno, ad esempio malato,poiché questa condizione può scontrarsi con il vissuto di inadeguatezza e quindi con il timore di non essere in grado di fare la cosa giusta. Questo tipo di ossessioni quasi sempre sono seguite da compulsioni (mentali o comportamentali) finalizzate ad abbassare la minaccia e quindi l’ansia; ad esempio rituali di pulizia possono essere “funzionali”a ridurre il rischio che il neonato possa venire a contatto con germi e
quindi contaminato. Spesso queste madri hanno la necessità di fare numerosi controlli in tutto quello che concerne la vita del bambino (alimentazione, vestiario, pulizia, salute etc.) ed hanno un estremo bisogno di essere rassicurate circa l’innocuità dei propri pensieri o la bontà dei propri comportamenti.
Naturalmente questa forma di disturbo ossessivo compulsivo può interessare anche i padri, presentandosi sotto forma di pensieri intrusivo o immagini che rappresentano se stessi mentre fanno del male ai propri figli a cui si associano elevati livelli d'ansia ed attività compulsiva (rituali, rassicurazioni circa l’amore per i propri figli, bisogno estremo di essere presenti a se stessi e non perdere il controllo etc.) o evitamenti ( evitare di stare da soli con i propri figli o la presenza di oggetti pericolosi, come i coltelli,quando si sta con loro). Questi genitori, in genere, sono ipersensibili a particolari situazioni come le notizie di infanticidio o abusi, che possono innescare la paura di poter perdere il controllo e far del male o uccidere i propri figli.
Come si può immaginare, questa forma di disturbo ossessivo compulsivo è associata ad elevati livelli di sofferenza poiché questi genitori vivono un pesante conflitto tra i propri valori morali, che in genere hanno standard molto elevati, e i pensieri ossessivi che li fanno sentire come dei mostri o come pazzi senza controllo. Spesso il disturbo ossessivo compulsivo di questo tipo è associato a sensi di colpa e depressione. Per quanto riguarda l’epidemiologia, come riportato dall’articolo della Dr.ssa Balestrini “ l’esito di una ricerca effettuata da Zambaldi e colleghi (2009) ha evidenziato che su un campione di 400 puerpere, il 63,5% ha riportato sintomi ossessivo – compulsivi e il 9% ha soddisfatto i criteri per il DOC.
Un altro dato particolarmente rilevante è che il 2,3% del campione ha avuto l’esordio del DOC proprio nel post partum. I fattori di rischio rilevati sono una storia di disturbi psichiatrici e somatici, una gravidanza difficile e complicazioni alla nascita, nonché il fatto di essere madre di più figli”. Per quanto concerne la cura, gli studi di efficacia hanno dimostrato che la psicoterapia cognitivo comportamentale, da sola o associata ai farmac,i è considerata il trattamento d’elezione ( fonte APA) per il disturbo ossessivo compulsivo.
Recentemente sono stati sviluppati dei protocolli che prevedono l’utilizzo dell’ACT ( Acceptance and Commitment Therapy), la cosiddetta psicoterapia cognitivo comportamentale di terza generazione, nella cura del disturbo ossessivo i cui risultati sembrano promettere bene.
La Riproduzione è Riservata- Dr Gaspare Costa
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