Disturbo Ossessivo Compulsivo: La Cura più Efficace - - Dr Gaspare Costa - 340/7852422 - Psicologo - Psicoterapeuta

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Disturbo Ossessivo
La Cura più Efficace per il Disturbo Ossessivo Compulsivo

a cura del Dr Gaspare Costa

Il National Institute of Mental Health ha stimato che circa 1,5 milioni di persone ogni anno cercano un trattamento per  il disturbo ossessivo compulsivo.   Secondo alcuni dati statistici possono passere fino a sette anni tra l’insorgenza dei sintomi   ossessivi e la richiesta di un trattamento  specialistico. Questa attesa può comportante  inutili sofferenze  poiché il disturbo ossessivo compulsivo risponde, almeno nella maggior parte dei casi, ad alcune cure specifiche come la psicoterapia cognitivo comportamentale  o il trattamento farmacologico. L’approccio farmacologico, da solo o integrato con terapia cognitivo comportamentale si è dimostrato efficace.


come gestire le ossessioni


Gli antidepressivi (SSRR) sono i farmaci più utilizzati nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo; questi farmaci includono la clomipramina (Anafranil), la fluvoxamina (Luvox), la fluoxetina (Prozac),  la Paroxetina ( Paxil),  la Sertralina (Zoloft) e il Citalopram (Celexa).Nei casi gravi in cui il soggetto  non risponde  a nessun trattamento (terapia cognitivo-comportamentale o farmaci) la chirurgia del cervello può essere una scelta estrema ma valida.

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT), con l’implementazione dell’esposizione con prevenzione della risposta (ERP), è considerata da sola o  in associazione ai farmaci della classe(SSRI) la terapia di elezione per il trattamento del disturbo ossessivo compulsivo( American Psychiatric Association, 2007). I ricercatori hanno scoperto che questa forma di terapia si avvicina all’80% per cento di successo nel trattamento  del disturbo ossessivo compulsivo, un risultato superiore a quello dell’intervento farmacologico. Un dato sorprendente riguarda il fatto che l’implementazione dell’ERP produce gli stessi cambiamenti nella chimica del  cervello che si ottengono nei pazienti che sono stati sottoposti al solo intervento farmacologico.

Nonostante questo riconoscimento clinico, i dati dimostrano che una significativa percentuale di soggetti non sembra ottenere risultati clinici apprezzabili ( non-responder), mentre altri rifiutano o abbandonano la terapia.  Studi di meta-analisi   di adulti trattati con l’ ERP  hanno riportato tassi medi di abbandono  del 17-22% (Kobak, Greist, Jefferson, Katzelnick, e Henk, 1998; van Oppen et al, 1995)  a cui vanno aggiunti  i soggetti che decidono di non sottoporsi al trattamento dopo aver ricevuto informazioni circa la natura dell’ERP.

Questi dati   sono stati sostanzialmente confermati dallo studio di Foa (Foa et al., 2005) che ha evidenziato una percentuale di drop-out, in soggetti assegnati casualmente al gruppo CBT, del 22%Poiché questo trial-clinico è attualmente considerato il più grande studio inerente il trattamento del DOC, i dati sull’abbandono si prestano ad opportune riflessioni circa la possibilità di poter migliorare i protocolli tradizionali CBT integrandoli con strategie, come  quelle applicate dall’ACT,  in grado di aumentare l’accettabilità del trattamento.I dati di drop-out o rifiuto della terapia possono essere spiegati con le caratteristiche stesse dell’ERP che, per molti pazienti , rappresentano difficoltà insormontabili.

In sintesi l’esposizione con prevenzione della risposta prevede, dopo le opportune informazioni date dal terapeuta, la costruzione di una gerarchia di stimoli ansiogeni a cui il paziente deve esporsi senza mettere in atto le abituali compulsioni; in sostanza,  il paziente dovrà tollerare  significativi livelli d’ansia finche  le ripetute associazioni non indeboliranno il legame tra lo stimolo e l’ansia evocata ( curva dell’ansia). L’ERP presuppone l’esposizioni a stimoli con un gradiente d’ansia crescente, per cui il compito diventa sempre più difficile; inoltre, il paziente deve impegnarsi ad  esporsi anche a casa, per cui, considerata la grossa difficoltà, è necessaria una motivazione non trascurabile. A queste difficoltà si possono poi aggiungere problematiche di tipo tecnico, come quella di ricostruire gli stimoli ansiogeni in studio, o  economico considerando che, inizialmente, l’implementazione dell’ERP può richiedere diverse sedute settimanali.
La Riproduzione è Riservata- Dr Gaspare Costa
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