Ritornando al nostro esempio, l’uomo con il dubbio di essere gay può mettere in atto rituali di questo tipo: può “scannerizzarsi” allo scopo di
rilevare l’eventuale presenza di eccitazione sessuale che, se presente, confermerebbe il timore “ Provo eccitazione guardando un uomo… allora sono davvero omosessuale” oppure “non provo nessuna eccitazione… allora non sono gay”, spesso questi rituali durano diverso tempo assorbendo la persona in elaborazioni mentali interminabili e sfinenti; l’uomo in questione può, con finalità rassicuratorie, ripercorrere la propria storia sessuale “ Sono sempre stato con donne… ho avuto rapporti sessuali solo con donne quindi non sono omosessuale”, oppure può aggrapparsi a teorie varie “ Omosessuali si nasce…oppure si diventa in tenera età”.
Le compulsioni terminano quando la persona si è sufficientemente rassicurata rispetto al dubbio sulla propria omosessualità, ovviamente questa rassicurazione è solo temporanea poiché l’assoluto bisogno di certezza abbassa drammaticamente la soglia d’innesco dell’ossessione. La paura di essere omosessuale, cosi come è strutturata nel DOC, è rinforzata è mantenuta da diversi circoli viziosi come, ad esempio, quello che si può instaurare tra rapporti sessuali con l’altro sesso e timore di essere gay:
spesso i rapporti con l’altro sesso vengono vissuti come test ( “Se provo piacere a far sesso con le donne allora non sono gay… al contrario, se non ho voglia o trovo poco piacere vuol dire che c’è qualcosa che non va…forse sono gay) della propria identità di genere e quindi vengono iperinvestiti; l’iperinvestimento della prestazione genera una forte ansia anticipatoria che, a circolo vizioso, può disturbare la prestazione alimentando o confermando i dubbi circa la propria omosessualità.
In sostanza, i rapporti sessuali con l’altro sesso non vengono vissuti con serenità ma in funzione di conferme o disconferme, non è raro, infatti, che, durante i rapporti, queste persone siano completamente assorbiti dai propri dubbi perdendo di vista le necessità del partner. In questa forma di disturbo ossessivo, il sesso spesso perde il suo valore gratificante per assumere il ruolo di test; in questo scenario, un normale calo del desiderio o una prestazione non valutata all’altezza ( gli standard possono essere molto elevati, stile supermaschio) vengono inevitabilmente associate al dubbio di essere omosessuale, escludendo altre ipotesi alternative quali possono essere lo stress, la stanchezza o altre condizioni fisiologiche. Spesso, le persone con ossessioni sessuali evitano posti o situazioni ritenuti “ambigui” per la paura di doversi confrontare con i propri dubbi.
In genere, gli individui con ossessioni sessuali hanno un buon insighit circa l’infondatezza o l’esagerazione delle proprie paure ma, nonostante questo, non riescono a rassicurarsi. Difficilmente il timore di essere omosessuale è giustificato da motivi “razzisti” o di disprezzo ( pesso traspare un sano rispetto, se non di vera e propria ammirazione) piuttosto può essere legata ad aspetti di fragilità, virilità, capacità di affermazione cosi come vengono rappresentati dagli stereotipi culturali a cui la persona con ossessioni sessuali, per storia di vita ed esperienze, può essere particolarmente
sensibilizzato ( non può permettersi di essere considerato fragile, debole, poco virile etc.) Naturalmente le ossessione sessuali possono riguardare anche le donne con la paura di essere lesbica. Le donne con timore di essere lesbiche presentano, più o meno, lo stesso profilo del disturbo degli uomini che temono di essere omosessuali.Per quanto concerne la cura, gli studi di efficacia hanno dimostrato che la psicoterapia cognitivo comportamentale, da sola o associata ai farmaci è considerata il trattamento d’elezione ( fonte APA) per il disturbo ossessivo compulsivo. Recentemente sono stati sviluppati dei protocolli che prevedono l’utilizzo dell’ACT (Acceptance and Commitment Therapy), la cosiddetta psicoterapia cognitivo comportamentale di terza generazione, nella cura del disturbo ossessivo i cui risultati sembrano promettere bene.
L’ACT può essere particolarmente indicata in queste forme di ossessioni sessuali poiché la finalità ultima della terapia è quella dell’accettazione delle esperienze private dolorose ( pensieri, emozioni, sensazioni etc.) a cui segue l’impegno verso il perseguimento di valori autentici e personali. Disturbo Ossessivo Compulsivo: scopri la cura più efficace. La Riproduzione è Riservata- Dr Gaspare Costa
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