E' chiaro che questa abilità, sviluppata attraverso esercizi strutturati di meditazione, possa rappresentare un notevole beneficio nella cura del Disturbo Ossessivo Compulsivo considerando che l'"identificazione" con i contenuti mentali rappresenta una delle caratteristiche salienti del disturbo. L'assunzione di un atteggiamento più "aperto" ed accettante nei confronti dei propri contenuti mentali può far assumere alle ossessioni e alle compulsioni un significato più funzionale.
Jon Kabat Zinn, il pioniere che ha utilizzato il concetto e le strategie di mindfulness inserendoli all'interno di protocolli clinici moderni e verificabili per un gran numero di problematiche fisiche e psicopatologiche, ha definito la mindfulness come “il processo di prestare attenzione in modo particolare: intenzionalmente,in maniera non giudicante, allo scorrere dell’esperienza nel presente momento dopo momento”(Kabat-Zinn 1994, p.16).
Sempre Kabat Zinn suggerisce come l'assunzione di un atteggiamento mindfulness del momento presente necessiti di un atteggiamento non giudicante, compassionevole, gentile, aperto, curioso ed accettante (Rainone ,Cognitivismo Clinico (2012) 9, 2, 135-150 ). L'addestramento alla mindfulness consente di avere una visione più decentrata rispetto ai propri contenuti mentali facilitando la transizione degli stessi. Ricordiamo che la sofferenza è amplificata dalla fusione tra il contenitore (il Sè trascendente) ed il contenuto (pensieri, emozioni, immagini etc.)
nel senso che la persona può identificarsi con un pensiero ed esperire emozioni coerenti con lo stesso; se ad esempio, la persona si identifica con il pensiero "sono un fallito" annullando di fatto la distanza tra il Sé ed un contenuto mentale, molto probabilmente proverà emozioni sgradevoli come la depressione e/o l'autosvalutazione.
L'atteggiamento mindfulness è un "abilità" che va coltivata attraverso l'utilizzo sistematico di strumenti di meditazione. L'incremento dell'attenzione consapevole nel qui e ora, l'atteggiamento di aperta curiosità non giudicante nei confronti dei contenuti mentali che promuovono le defusione è, quiondi, una maggior consapevolezza richiedono l'utilizzo di strategie meditative finalizzate a modificare l'assetto di "pilota automantico " con cui abitualmente la nostra mente funziona.
Il concetto di Mindfulness è imprescindibile dalla meditazione sia che ci riferisca all'antica tradizione buddista che all'applicazione dei moderni protocolli basati su mindfulness come la Riduzione dello Stress Basato sulla Mindfulness (RSBM) di Kabat-Zinn (1990) e la Terapia Cognitiva Basata sulla Mindfulness (TCBM) di Segal, Williams e Teasdale (2002)(Rainone ,Cognitivismo Clinico (2012) 9, 2, 135-150 ). In genere, si distingono due tipi di meditazione:
Le modalità di meditazione formale consistono, principalmente, in "esercizi guidati"che richiedono un ambiente ben strutturato. Nei moderni protocolli basati su mindfulness le principali tecniche utilizzate sono:
• La meditazione seduta
• Il body scan
• l’Hatha yoga
• La meditazione camminata
La meditazione seduta consiste nel dirigere l'attenzione consapevole, in modo aperto, curioso ed accettante, sul respiro o su altre sensazioni provenienti dal nostro corpo come, ad esempio, le sensazioni che provengono dalle zone di contatto di parti del corpo con la superficie. La consegna che viene data, apparentemente semplice, consiste nel dirigere l'attenzione consapevole, ad esempio sul respiro, e di riportarla tutte le volte che la mente ci distrae con il suo chiacchiericcio (pensieri, immagini, ricordi, cose da fare etc.). In altre parole, l'attenzione consapevole sul respiro viene subito ostacolata dal vagare della nostra mente che ci distrae dal compito.
Il cuore della meditazione consiste in questo: prendere atto di quando la mente ci distrae dal esercizio e riportare l'attenzione sul respiro. Questo processo, durante la meditazione, avviene numerose volte ed è del tutto normale perche la nostra mente funziona in questo modo; ogni volta che la mente ci distrae bisogna prenderne atto e gentilmente, in maniera aperta e non giudicante, riportare la nostra attenzione consapevole sul respiro.