La letteratura e gli studi sulla“curva dell’ansia”hanno dimostrato che in situazioni prestazionali importanti ( ad esempio un esame scolastico, un colloquio di lavoro, una prestazione sportiva etc.) moderati livelli di ansia garantiscono una performance più efficacerispetto a livelli di ansia troppo bassi o troppo alti. Livelli troppo bassi d'ansia non aiutano la motivazione mentre, livelli troppo alti, aumento il rischio di ansia da prestazione ( pensiamo all'ansia d'esame o all'ansia da prestazione sessuale) che può compromettere seriamente la performance dell'individuo.
In questi casi, l'eccessivo livello d'ansia rappresenta un importante fattore di perturbazione, spesso la persona anticipa in maniera catastrofica (ansia anticipatoria) l'esito della prova condizionandone la riuscita. L’ansia è significativamente determinata da fattori temperamentali, nel senso che ognuno di noi presenta un ansia di base ( misurabile con particolari strumenti come lo STAI) costituzionale che può influenzare, in concomitanza di altri fattori ( vedi stress), l’eventuale esordio di un disturbo d’ansia. Se, in condizioni di normalità, l’ansia rappresenta una specie di allarme adattivo, nella sua espressione patologica, come negli attacchi di panico, assume una connotazione disfunzionale.
Negli attacchi di panico le risposte fisiologiche reattive all’ansia vengono interpretati in maniera catastrofica, ad esempio una normale accelerazione del battito cardiaco può essere interpretata come un attacco di cuore che, di conseguenza, spaventa ancora di più la persona con l’effetto di aumentare ulteriormente l’ansia e quindi i sintomi. Gli attacchi di panico rappresentano dunque l’esito di interpretazioni "catastrofiche" di normali reazioni corporee dovute all’ansia.
Effettivamente le persone affette da attacchi di panico manifestato una maggiore "sensibilità" nel modo in cui interpretano i propri stati interni. La costante attenzione focalizzata sui segnali provenienti dal proprio corpo e dall'ambiente circostante favorisce la paura di un imminente attacco di panico.
Questo stato di apprensione e di continuo monitoraggio delle proprie sensazioni interne a sua volta aumenta il livello d'ansia creando un circolo vizioso che si autoalimenta. In conclusione, si può affermare che negli attacchi di panico le reazioni fisiologiche dovuti all’ansia vengono interpretati in maniera catastrofica generando una risposta di attacco o fuga, un falso allarme, disfunzionale che costituisce il cuore della sintomatologia dell’attacco di panico.
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