L’applicazione dell’ACT alla cura del disturbo ossessivo compulsivo potrebbe anche favorire quelle che vengono considerate le caratteristiche cognitive peculiari su cui s’innesca il disturbo come, ad esempio, la tendenza ad attribuirsi un eccessiva responsabilità, il
perfezionismo, l’intolleranza per l’incertezza (Hannan & Tolin, 2005; Tolin, 2009). In generale, l’applicazione dell’ACT alla cura del disturbo ossessivo compulsivo agirebbe in due direzioni:
in prima istanza, la disponibilità ad accettare le ossessioni e le compulsioni, incoraggiate attraverso tecniche di defusione, avrebbe l’effetto di ridurre l’impatto delle ossessioni e delle compulsioni, identificate come prodotti della propria mente, sulla vita del soggetto; l’identificazione di obiettivi e valori ritenuti importanti, seguite dall’azione impegnata ( comportamenti) finalizzata a raggiungerli rappresenta l’aspetto comportamentale della terapia che ha l’obiettivo stimolare il soggetto a vivere, nonostante la presenza della sofferenza, un vita piena di significato.
Studi sull’ efficacia dell’ ACT nel Disturbo Ossessivo Compulsivo
Le premesse relative alla possibile efficacia dei protocolli ACT nella cura del disturbo ossessivo compulsivo sono state confermate da recenti studi sperimentali controllati che, seppur limitati, rappresentano dei primi tentativi di “formalizzare” l’utilità clinica di tale intervento. Lo studio più significativo è stato pubblicato da Twohig et al., ( 2010) che ha confrontato l’efficacia di un protocollo ACT implementato ad un gruppo di soggetti ( N=79) con diagnosi di disturbo ossessivo compulsivo con il Rilassamento Muscolare Progressivo. Lo studio prevedeva otto sedute di un ora ciascuna; le valutazioni, oltre al pre-trattamento e al post-trattamento, prevedevano una valutazione di follow-up a 3 mesi. Lo studio, oltre ad aver incluso tutti i tipi disturbo ossessivo compulsivo ( accumulo, controllo, pulizia, etc.),
I dati del follow-up hanno fatto registrare una risposta clinica del 46-66% per il gruppo ACT rispetto al 16-18% per il gruppo Training di Rilassamento. Un solo partecipante ha rifiutato il trattamento ACT e solo 5 soggetti su 41 (12%) del gruppo ACT hanno abbandonato lo studio. Inoltre, tutti i partecipanti del gruppo ACT hanno valutato positivamente l’accettabilità del trattamento assegnandoun punteggio di 4 o superiore, in una scala di 5 punti, dove 5 è il punteggio più alto (M = 4,38 nella condizione ACT rispetto a M = 3.68 nella condizione PRT). Inoltre, i soggetti trattati con protocollo ACT hanno fatto registrare una riduzione più marcata dei sintomi depressivi e un significativo miglioramento della qualità della vita.
Nonostante la limitatezza dello studio, i dati riferiti alla “accettabilità” del trattamento rappresentano un importanti passo avanti nel miglioramento del trattamento del disturbo ossessivo compulsivo. Considerando che la terapia cognitivo comportamentale tradizionale, con implementazione dell’ERP, paga un costo rilevante, in termini di drop-out , alla propria efficacia terapeutica l’integrazione di protocolli ACT , molto più accettabili, potrebbe migliorare ulteriormente l’intervento clinico nei soggetti con disturbo ossessivo compulsivo.
Se i dati della ricerca saranno confermati, l’ACT potrebbe essere considerato un intervento alternativo, se non addirittura di elezione, in tutti quei casi dove gli altri trattamenti hanno fallito. L’ACT sembra particolarmente indicata in tutti quei casi dove i soggetti hanno uno scarso controllo sulle proprie ossessioni e mostrano un altissima resistenza a liberarsene.
La Riproduzione è Riservata- Dr Gaspare Costa
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