Il modello di Clark prevede che l’attacco di panico è causato dall’interpretazione catastrofica dei segnali generati dall’ansia. Secondo questo modello, le sensazioni dell’ansia, fisiche e cognitive, provocate da una situazione avvertita come “minacciosa” vengono interpretate come prova che qualcosa di brutto sta per succedere, ovvero che la situazione minacciosa è davvero pericolosa. Questa associazione tra situazione e sintomi dell’ansia non fa altro che accrescere i livelli d’allarme finche l’ansia e le manifestazioni ad essa associati non divengono devastanti e le paure temute (infarto, pazzia, svenimento etc.) sembrano realizzarsi
Un esempio ci aiuterà a capire meglio il concetto, immaginiamo una persona che si reca al cinema (l'esempio può essere esteso a diversi contesti chiusi come discoteche, feste, supermercati, mezzi pubblici etc.) in compagnia di amici e, all’improvviso, durante la visione del film, inizia ad avvertire strane sensazioni: il respiro diventa affannoso, l’aria sembra mancare, il cuore batte velocemente come se stesse per scoppiare, i suoni e le immagini del film si fanno strani, confusi, indefiniti, cosi come le persone che le stanno accanto.
Queste sensazioni sono accompagnate da ansia, angoscia, terrore per qualcosa di terribile che la persona teme possa succedere. Questi scenari catastrofici, tipici degli attacchi di panico, possono riguardare la paura di poter perdere il controllo, mettere in atto comportamenti bizzarri come urlare o mettersi a correre per la sala, compiere atti osceni, urinare o defecare, dare segni di follia.
Nello stesso tempo, oltre a temere che gli altri possano accorgersene, un forte impulso a fuggire dal cinema prende il sopravvento creando ulteriore angoscia. A questo punto l’ansia ( vedi iperventilazione) può peggiorare i sintomi cognitivi e fisici con conseguente aggravamento delle sensazioni di confusione, sbandamento, senso di irrealtà, depersonalizzazione, tachicardia, tremori, sudorazione, difficoltà respiratorie etc. La crisi di panico si esaurisce nel giro di qualche minuto ( 10 – 15 minuti) durante la quale la persona può sopportare la crisi o, specie durante il primo attacco, chiedere aiuto o fuggire dalla situazione.
Seguendo questo esempio, ci si può domandare: come si comporterà in futuro la persona che ha avuto un attacco di panico in un contesto come quello del cinema? Vi ritornerà? Quale cura e quale strategia terapeutica si può mettere in atto? Quali risultati ci possiamo aspettare?In genere la persone che hanno avuto un attacco di panico in un determinato contesto imparano subito ad evitarlo ( si stima che una percentuale molto alta di chi ha avuto un attacco di panico già entro la prima settimana mette in atto evitamenti), quasi subito gli individui imparano ad associare il luogo con l’attacco di panico in una relazione di causa effetto.
Nel breve tempo questa relazione si stabilizza e la persona inizia sistematicamente ad evitare i luoghi considerati rischiosi, ( dove non si può chiedere aiuto in caso di attacco di panico o dove è “sconveniente” averne uno) se è costretta ad esporsi vive la situazione con intensa ansia e mette in atto tutta una serie di comportamenti protettivi.Ritornando al nostro esempio, possiamo immaginare, che la persona inizierà ad evitare il cinema poiché ha associato l’esperienza terrorizzante dell’attacco di panico con la sala cinematografica e quindi teme che l’evento possa ripetersi; se “costretta” inizierà a sperimentare l’ansia anticipatoria che si accompagna a sintomi quali: irrequietezza, tachicardia, pensieri del tipo “ adesso avrò un altro attacco di panico”, immagini spaventose come vedersi mentre si perde il controllo o comportarsi come una pazza.
L’ansia anticipatoria rappresenta già un precursore dell’attacco di panico poiché la persona inizia a focalizzarsi sui segnali interni interpretandoli come conferme del proprio timore, un po’ come una profezia che si auto avvera. La persona del nostro esempio si recherà al cinema già agitata e cercherà di mettere in atto tutta una serie di precauzioni per “salvarsi” in caso di crisi di panico, ad esempio cercherà di sedersi vicino alle uscite ( eviterà di stare a metà della fila), cercherà di distrarsi concentrandosi su qualcosa o qualcuno, eviterà alcuni film etc.