Attentati terroristici dell'Isis in Francia: come gestire l'ansia e continuare a fare la vita di tutti i giorni?
a cura del Dr Gaspare Costa
Questo articolo nasce come riflessione alla decisione di una mia paziente che, appresa la notizia del terribile attentato terroristico dell'Isis a Nizza dove sono morti piu di 80 persone compresi molti bambini, ha deciso, per paura di essere coinvolta in attentati simili, di rinunciare alla sua vacanza all'estero programmata con entusiasmo qualche settimana prima. Considerando che non sarà l'unica e che molte altre persone saranno tentate di evitare, come "naturale" conseguenza dell'ansia, di viaggiare o soggiornare in zone considerate a rischio terrorismo o vivere queste situazioni con eccessivo allarme, ho pensato di descrivere alcuni meccanismi che contribuiscono a "terrorizzare la nostra mente" e a dare qualche suggerimento per non farsi condizionare eccessivamente da questi terribili eventi.
Perchè gli ultimi attentati in Francia ( Parigi e Nizza) ci incutono cosi tanto terrore condizionando, in parte, le nostre scelte a la nostra percezione di pericolo?
Gli attentati terroristici dell'Isis in Francia hanno proprio la finaltità, attraverso attentati omicidi che colpiscono inaspettatamente e casualmente vittime in situazioni di vita normale, di destabilizzare e terrorizzare le persone che perdono, in questo modo, il loro abituale senso di sicurezza; in sostanza e come se le persone si identificassero con le vittime, "In quel posto ci potevo essere io.....", alimentando la percezione del pericolo e quindi l'ansia. L'attentato terroristico dell'Isis a Nizza presenta tutte le caratteristiche in grado di aumentare il senso di impotenza e quindi di ansia e paura poichè sconvolge gli schemi e le regole con cui gli individui effettuano previsioni; se vivo in una città tranquilla e, nella ricorrenza del 14 luglio, sono nella felice attesa di assistere ai fuochi di artificio insieme alla mia famiglia ed invece assisto incredulo ed impotente alla corsa di un camion che trancia, come se fossero birilli, decine di persone con lo scopo di mietere più vittime possibili e attorno a me sento le urla strazianti delle vittime e poi vedo decine di morti come cambia il mio modo di dare significato al mondo?
Tutte le certezze e le previsioni che si avevano vengono invalidate proprio come succede nel Disturbo Post-Traumatico da Stress dove le vittime vengono sopraffatti da un evento doloroso ed inaspettato che non sono in grado di fronteggiare. Gli attentati dell'Isis in Francia, specie a Parigi e Nizza, hanno colpito le loro vittime in maniera casuale (a parte l'attentato nella sede di Charlie Hebdo dove le vittime erano state individuate e "giustiziate")uccidendo le persone negli stessi luoghi dove essi cercavano svago, mentre assistevano ad un concerto o aspettavano i fuochi d'artificio; in sostanza, il messaggio che passa è "La prossima vittima potresti essere tu....Ti possiamo colpire in qualunque momento...Mentre passeggi con il tuo cane, mentre mangi un gelato oppure fai la spesa e nessuno potrà proteggerti neanche le forze di polizia del paese in cui vivi".
Se questo messaggio viene recepito è chiaro che le vittime si moltiplicano a dismisura, da una parte le vittime reali degli attentati terroristici, quelle morte o ferite, dall'altra la moltitudine di persone che, per una sorta di apprendimento vicariato( modellamento) vivono nell'ansia e rinunciato a "vivere". Queste persone, la cui mente è stata terrorizzata, evitano di viaggiare, visitare luoghi pubblici, rinunciano a manifestazioni per paura di essere coinvolti in attentati terroristici. L'attentato terroristico dell'Isis a Nizza ha modificato la percezione di sicurezza delle persone restringendo la loro "zona confort", l'impatto emotivo prodotto dalla visione di decine di corpi, tra cui molti bambini, e la "spettacolarità" dell'evento, un camion che superando le misure di sicurezza della polizia francese abbatte persone come birilli, rendono, nell'immaginario collettivo, questo attentato ancora più drammatico.
Nel mondo avvengono decine di attentati terroristici da parte dell'Isis o di altri gruppi estremi che mietono tantissime vittime, anche bambini, perche alcuni di essi ci lasciano nell'indifferenza, o quasi, mentre altri hanno il potere di influenzare la nostra vita?
Un primo fattore è rappresentato dalla vicinanza, non solo geografica ma anche culturale tant'è che l'attentato dell'11 settembre pur essendo geograficamente lontano l'ho abbiamo sentito emotivamente molto vicino; gli studi di psicologia sociale dimostrano che le affinità culturali, fisiche, religiose, politiche ed economiche facilitano il processo di identificazione che permette di "mettersi nei panni dell'altro", l'identificazione è un processo molto comune per facilitarne la comprensione basti pensare, ad esempio, a quando vedendo un film che ci appassiona prendiamo le parti di un protagonista che sentiamo vicino a noi (caratteristiche fisiche, qualità etico morali, doti desiderabili etc.) e ne condividiamo gli stati emotivi. L'identificazione con le vittime spiega, in buona parte, il coinvolgimento emotivo e lo stato di paura ed ansia che ha fatto seguito all'attentato terroristico a Nizza, ricordiamo che questa città nel recente passato è stata italiana e tuttora molti nostri connazionali vi risiedono.
Vittime e Carnefici.
Gli ultimi attentati terrorisiti in Francia da parte dell'Isis hanno evidanziato un altro aspetto che alimenta l'incertezza e genera ansia: i terroristi sono Kamikaze; in sostanza, ci troviano dinnanzi ad "individui" che hanno già deciso di morire, questa scelta è vissuta come una specie di dono, un martirio che spalancherà al terrorista le porte del paradiso e riempirà di onori amci e familiari. La consapevolezza che gli attentatori sono kamikaze aumenta la nostra percezione di minaccia perchè sappiamo che non hanno limiti e possono agire in maniera inaspettata facendosi esplodere o con altre modalità suicide.
Le vittime possono essere tutte le persone diverse dall'Isis, dunque potenzialmente tutti noi abbiamo i requisiti! la condizione della generalità della vittima aumenta il senso di minaccia percepito poichè non dobbiamo fare nulla di particolare, basta solo trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. In passato anche l'Italia ha dovuto fare i conti con il terrorismo, negli anni 70 e 80 le "Brigate Rosse" si erano macchiati di gravissimi attentati ma era un fenomeno molto diverso da quello a cui stiamo assistendo con gli attentati terroristici dell'Isis di Parigi e Nizza; intanto le "Brigate Rosse" avevano un target di vittima, spesso politici o affini, e poi non erano di certo Kamikaze anzi, il terrorismo fu sgominato anche grazie al "contributo" di alcuni pentiti.